12 dicembre 2020

Osservazioni: Assemblea21

Ai sensi dell’art. 15, 1.4. della Legge Urbanistica Regionale n. 56/77 i sottoscritti presentano la seguente Osservazione alle previsioni riguardanti l’emergenza abitativa della Città.

Rileviamo che la descrizione di questo fenomeno economico-sociale, che pone  Torino ai primi posti dell’emergenza abitativa nel Paese, è accurata e dettagliata ma non spiega perché il Piano Regolatore del 1995 non abbia dato i risultati attesi né  formula proposte adeguate al superamento dell’emergenza stessa.

Non rappresenta certo una soluzione, e nemmeno una efficace attenuazione dell’emergenza abitativa, la proposta di ritocco verso l’alto dei già alti indici di edificabilità del vecchio Piano,  in cambio di

qualche alloggio popolare in più  (v. pagg.. 155 e segg. della Relazione Illustrativa).  Ben poca cosa a fronte di 21.232 alloggi vuoti a 13.675 famiglie in lista di attesa per una casa popolare, e a un aumento degli sfratti per morosità incolpevole, cioè a insufficienti risorse economiche delle famiglie colpite dalla perdurante crisi economica aggravata dalla pandemia Covid-19.

Segnaliamo a questo proposito l’ulteriore possibilità offerta dal Regolamento dei Beni Comuni Urbani approvato dal Consiglio Comunale del 2 dicembre 2019 con deliberazione n. 01609/070, che al Titolo III consente la consegna di un immobile pubblico ad una comunità  che lo prenda in carico.

Chiediamo pertanto che l’Amministrazione Comunale non si limiti a evidenziare doverosamente,  un’emergenza sfratti – soprattutto per morosità incolpevole - tra le più gravi  del Paese- e la situazione dolorosa di ben 13.675 famiglie in attesa da anni di una  casa popolare,  ma che modifichi radicalmente la destinazione d’uso e gli indici di edificabilità della parte non ancora attuata delle ZT e delle ZTS  al fine prioritario di  soddisfare il fabbisogno di abitazioni popolari e di servizi pubblici locali, a partire da quelli sanitari e sociali,  tanto più che l’Amministrazione non esclude di ricorrere anche all' esproprio in applicazione di quanto disposto all’art. 46 della LUR “Comparti di intervento e di ristrutturazione urbanistica ed edilizia. Esproprio ed utilizzazione degli immobili espropriati”.

Chiediamo inoltre all’Amministrazione Comunale di modificare  opportunamente il sopra citato Regolamento dei Beni Comuni Urbani, Parte III,  al fine di consentire la consegna di un immobile pubblico per una gestione collettiva da parte di una comunità di famiglie senza casa costituite in Comunità di Riferimento,  che lo occupa a scopo abitativo.

Chiediamo pertanto che l’Amministrazione Comunale non si limiti a evidenziare doverosamente,  un’emergenza sfratti – soprattutto per morosità incolpevole - tra le più gravi  del Paese- e la situazione dolorosa di ben 13.675 famiglie in attesa da anni di una  casa popolare,  ma che modifichi radicalmente la destinazione d’uso e gli indici di edificabilità della parte non ancora attuata delle ZT e delle ZTS  al fine prioritario di  soddisfare il fabbisogno di abitazioni popolari e di servizi pubblici locali, a partire da quelli sanitari e sociali,  tanto più che l’Amministrazione non esclude di ricorrere anche all' esproprio in applicazione di quanto disposto all’art. 46 della LUR “Comparti di intervento e di ristrutturazione urbanistica ed edilizia. Esproprio ed utilizzazione degli immobili espropriati”.

Chiediamo inoltre all’Amministrazione Comunale di modificare  opportunamente il sopra citato Regolamento dei Beni Comuni Urbani, Parte III,  al fine di consentire la consegna di un immobile pubblico per una gestione collettiva da parte di una comunità di famiglie senza casa costituite in Comunità di Riferimento,  che lo occupa a scopo abitativo.



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