È fondamentale quindi mantenere la destinazione d’uso originaria, impedire la vendita dell’ospedale ed ottenere che venga riaperto come ospedale pubblico.
È necessario e urgente ricostruire una rete territoriale di presidi ospedalieri e di assistenza sanitaria - prevista dalla legge ma distrutta dalle politiche di austerità - non solo perché la pandemia è ancora incombente, e per eventuali altre emergenze sanitarie, ma anche per garantire un gran numero di prestazioni sanitarie “minori”: dalle più semplici (prelievi, analisi, medicazioni, radiografie, fisioterapie,) ai piccoli interventi che non richiedono degenza, e garantire nel contempo centinaia di nuovi posti di lavoro per prevenire, prima di curare, sofferenze e malattie. Ciò anche in previsione delle ingenti risorse europee che saranno disponibili per le strutture sanitarie, e per dare concreta attuazione al diritto alla salute.
Riteniamo che la chiusura del Maria Adelaide, e ancora più la volontà di cambiare la destinazione del suolo pubblico sul quale sorge, siano operazioni in aperta controtendenza rispetto alle prospettive sopra delineate, che ovviamente non abbiamo fantasticato noi ma sono state espresse dalla ricerca medica e dalle necessità della popolazione. Il cambio di destinazione di quell'area sarebbe quindi un insulto tanto alla medicina quanto, soprattutto, alla cittadinanza, che mai come ora ha bisogno che vengano riaperti presidi ospedalieri di quartiere.
Anche alla luce dell’interesse e dell’attivazione da parte di tutte le persone, residenti e non, nelle aree di Aurora, Barriera e Borgo Rossini, elementi che dimostrano quanto la tematica di una sanità diffusa sul territorio e al centro della vita comune tanto quanto altri spazi pubblici, chiediamo pertanto
di modificare le Norme e le Tavole di Piano per confermare la destinazione d’uso a servizi pubblici sanitari-ospedalieri, contrassegnati dalla lettera “H”, dell’area compresa tra Lungo Dora Firenze/via Messina/via Pisa/via Catania nota come Ospedale Maria Adelaide.
Auspichiamo inoltre un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione tutta nella ridefinizione degli spazi urbani, a differenza di quanto constatiamo sta avvenendo non solo in sede di discussione del piano regolatore ma in ogni occasione di “riqualificazione”, favorevole al profitto dei privati.
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