28 luglio 2021

Comitato Salviamo i Prati: Studentati dell'Universiade, confermata la cementificazione dei prati nel quartiere Parella

 

comunicato 
salviamoiprati@gmail.com - https://www.facebook.com/salviamoiprati


STUDENTATI DELL’UNIVERSIADE

CONFERMATA LA CEMENTIFICAZIONE DEI PRATI NEL QUARTIERE PARELLA: GLI ALLOGGI PER GLI ATLETI SARANNO COSTRUITI A DANNO DEGLI ORTI ANZICHÉ SUL PRATONE DI VIA MADONNA DELLA SALETTE

QUESTA SOLUZIONE È INACCETTABILE


Nella Commissioni II e VI del Consiglio Comunale di ieri, giovedì 22 luglio, l’Assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, l’Assessore all’Ambiente Alberto Unia e il Presidente della Commissione Ambiente Federico Mensio hanno esposto la decisione di non realizzare più i due edifici per l’Universiade 2025 sul prato di Via Madonna della Salette ma di costruirli al posto degli orti che si trovano nella stessa via a poche decine di metri di distanza.

Unia ha parlato di “compromesso accettabile”. Per Iaria eliminare gli orti vuol dire addirittura “riqualificare” l’area. I vincoli di budget, di tempo e le richieste del Politecnico di costruire necessariamente in quella zona, secondo gli amministratori, rendono inevitabile questa operazione. Argomentazioni che riteniamo inaccettabili e anche poco plausibili. La candidatura per l’Universiade è stata presentata a luglio 2020, ci sarebbe stato il tempo, e forse c’è tuttora, per focalizzarsi sulla ricerca di aree già cementificate dismesse su cui costruire o da recuperare. Non è stata prodotta alcuna documentazione che mostri le eventuali aree alternative valutate e le motivazioni della loro esclusione.

Con quali valori e priorità il Comune si è presentato al tavolo del Comitato Promotore Torino 2025? Le priorità del programma per cui i cittadini hanno dato la fiducia a questa amministrazione? Quelle della salute, delle necessità, dei servizi richiesti dai cittadini, in una città che registra tra le mortalità più elevate legate all’inquinamento ambientale? Con la diligenza del buon Amministratore che non vuole reiterare gli errori fatti nella gestione delle Olimpiadi 2006 (caratterizzate da un eccessivo consumo di suolo, da un grande danno ambientale e da un debito enorme da ripagare che grava sulle spalle di tutti i cittadini torinesi)?
L’Amministrazione Comunale avrebbe potuto fissare da subito una serie di priorità, tra cui l’esclusione del consumo di suolo e la tutela di strutture sanitarie come quella del Maria Adelaide.
Ha invece preferito scegliere la via più facile, che però comporta la perdita definitiva di un’area verde in piena terra (scomparirebbero 2.500 mq). L’area degli orti infatti era un tutt’uno con il pratone di Via Madonna della Salette e gli altri terreni della zona su cui non si è mai costruito. Si tratta quindi di un’area (che ha impiegato secoli per formarsi) da preservare come le altre, per i preziosi servizi ecosistemici che produce e anche per l’attività orticola che vi si svolge, che potrebbe essere regolarizzata.

A differenza di quanto hanno affermato gli amministratori comunali, riteniamo che il diritto allo studio (ma sarebbe poi garantito l’accesso agli studenti non abbienti?) e il diritto ad un’ambiente salubre e il più possibile naturale siano fondamentali e che non possono essere alternativi tra loro.

Né ci prestiamo al gioco che metterebbe contro chi difende il pratone e chi gestisce gli orti.

Il vantaggio prospettato per la città è stato quantificato in una maggiore disponibilità di edilizia convenzionata per ospitare gli studenti. Il danno per i cittadini è quantificabile nella perdita significativa dei seguenti benefici:

–       bellezza estetica (paesaggio)
–       aumento del valore economico delle abitazioni
–       difesa del suolo e della biodiversità
–       governo delle piogge intense
–       riduzione del rumore
–       sequestro del carbonio per la mitigazione del clima
–       spazi per la ricreazione
–       benessere per la salute fisica e mentale
–       abbattimento del PM 2,5
–       contenimento delle ondate di calore.

Chiediamo all’amministrazione comunale di ascoltare l’appello contenuto nel prossimo Rapporto del gruppo intergovernativo di scienziati delle Nazioni Unite (Ipcc), che lanciano l’allarme sugli "impatti irreversibili" provocati dal riscaldamento della Terra. https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/clima-onu-riscaldamento-globale-a8786fca-9d95-4df6-9c64-0e9840fb1897.html?refresh_ce

La crisi ambientale, locale e globale, sta mostrando la sua serietà in modo sempre più evidente. Eliminare risorse naturali vuole dire aggravare fortemente la condizione degli abitanti della nostra città e delle prossime generazioni.

Torino, 23 luglio 2021

                                                                                                               Comitato Salviamo i Prati

22 luglio 2021

Comunicato Assemblea permanente Riapriamo il Maria Adelaide: "Finalmente il dossier sulle Universiadi: svelate tutte le bugie di Iaria e dell’Università"

 comunicato di

Assemblea permanente Riapriamo il Maria Adelaide


                                                                           Largo Maurizio Vitale 113, 10152 Torino
                                  https://www.facebook.com/RiapriamoIlMariaAdelaide/ -  riapriamoilmariaadelaide@gmail.com


Finalmente il dossier sulle Universiadi:
svelate tutte le bugie di Iaria e dell’Università

Abbiamo potuto, finalmente, leggere il dossier sulle Universiadi 2025 nella sua parte relativa al Maria Adelaide. Un dossier che secondo l’assessore Iaria, secondo la sindaca Appendino, secondo il Rettore Geuna, secondo l’assessore Icardi, non c’era, non esisteva, era ben di là dall’essere scritto. Ma quando mai? Eccolo qui, con numeri, cifre, dettagli al millimetro e al centesimo: è tutto già deciso, chi amministra questa città e governa l’Ateneo ha mentito nell’adempimento dei suoi compiti istituzionali (ora ci denuncino pure!). Perfino i tempi di attuazione sono ovviamente calcolati al minuto: tre anni per la trasformazione in studentato. In quei tre anni (ma da quando? Dal 2022 al massimo!) nessuno di lorsignori ha pensato ancora a un piano per soddisfare le esigenze di tutela della salute della popolazione, a parte quello redatto dalla nostra Assemblea Permanente e condiviso dall’ANAAO, dal NURSIND e dall’Ordine dei Medici, dei quali l’assessore Iaria ultimamente non ha mancato di tessere le lodi per il bel lavoro di progettazione. I sorrisi e le prese in giro non si negano a nessuno!

Da questo dossier emerge che l’Università, che a dicembre aveva rimosso qualsiasi riferimento al Maria Adelaide come residenza per gli atleti, ha continuato nella redazione del progetto, affidata alla Direzione Edilizia e Sostenibilità, nascondendo tutto agli organi rappresentativi (il Consiglio di Amministrazione dell’Università potrebbe forse battere un colpo, avere un moto d’orgoglio per l’offesa subita e finalmente svelata?); l’assessore Iaria ha tenuto all’oscuro il Consiglio Comunale cercando di prendere tempo: lo stesso Consiglio Comunale e la Giunta non dovrebbero, a questo punto, rimuovere immediatamente l’assessore da ogni incarico? O la decenza non sta più di casa in via Verdi e in piazza Palazzo di Città?

L’Università, in sintesi, elenca i tempi e i modi della ristrutturazione del Maria Adelaide, riconoscendo in prima battuta quanto abbiamo sempre sostenuto: lo stabile è in buone condizioni e necessita solo di lavori di manutenzione. Si legge infatti che “allo stato attuale il fabbricato si presenta con un grado di manutenzione accettabile [… ma] si rende necessario un intervento di manutenzione e di risanamento conservativo globale del fabbricato” (Relazione, p. 14). Ma la torta è troppo golosa: il Maria Adelaide, nei piani di UniTo, dovrebbe essere integrato nel sistema universitario in funzione di “avamposto (fisico e culturale) del sistema universitario” (Relazione, p. 54). Una schifosa narrazione colonialista sui quartieri di Torino nord: un avamposto altro non è che un fortino a ridosso di un’area, quella di Aurora, dove “i dati informali ipotizzano una percentuale molto alta di immigrati irregolari sull'area, dati rilevati, per esempio, dal numero di richieste di permessi di soggiorno respinte, da immigrati senza permesso di soggiorno fermati dalle forze dell'ordine e da immigrati che si rivolgono ai servizi sanitari ai quali si accede anche senza documenti in regola” (Relazione, p. 22). Un’area “allarmante” (Ibidem), sulla quale poter fare profitto, dal momento che la ormai consolidata “presenza della Nuvola Lavazza coi suoi 600 nuovi lavoratori e dello IAAD”, e di altri attori economici ha determinato “un esponenziale apprezzamento al valore degli immobili circostanti” (Relazione, p. 19).

E in una zona come Borgo Rossini, sul confine di un’area allarmante, il fortino dell’Università cosa dovrebbe fare? Già ce li immaginiamo, i benpensanti: contribuire a riqualificare il territorio. È la stessa argomentazione di tutti quei bugiardi promotori delle Universiadi. Peccato che la stessa Università, nella presentazione del progetto, dica chiaro e tondo che la sede del villaggio atleti sarà di fatto indipendente dal tessuto circostante. All’interno del villaggio infatti è prevista la presenza di una commercial area che fornirà “servizi a pagamento, tra cui: parrucchiere; servizio banca ATM (Automated Teller Machine) e cambio valuta; lavaggio a secco; servizi postali; alimentari; servizi di telefonia mobile; negozi ufficiali di merchandising” (Relazione, p. 34). Con buona pace dello scambio continuo tra i giovani atleti e il quartiere. Gli unici esercizi commerciali a beneficiare, forse, della presenza degli atleti sarebbero (guardacaso) i servizi di ristorazione al dettaglio (i localini che spuntano come funghi da qualche anno a questa parte). In borgo Rossini i parrucchieri esistono, un ufficio postale pure, a pochi metri da lì – Lungo Dora Firenze 71/a ma gli atleti ne avranno altri personalizzati, bell’e pronti per chi verrà a gareggiare sotto la Mole; gli alimentari, ben presenti sul territorio, che hanno aiutato le persone in difficoltà contribuendo alle raccolte di cibo durante il lockdown, verranno premiati con la loro sistematica esclusione da qualsiasi giro economico. Ancora, l’Università si premura di scrivere che il villaggio olimpico sarà “un ambiente sicuro, protetto e confortevole in cui atleti e funzionari dei paesi partecipanti possono vivere e lavorare in modo efficace” (Relazione, p. 27): gli abitanti e le abitanti al massimo potranno andare a vedere la flag plaza, sempre che abbiano un pass. Perché, chiaramente, nel villaggio non potrà entrare chiunque senza un invito e un lasciapassare rilasciato dagli organizzatori della kermesse. E anche in quel momento, entrando in un villaggio sottoposto all’occhiuta vigilanza di telecamere (ibidem) gli ospiti saranno costantemente accompagnati dal personale addetto alla sicurezza responsabile del controllo (perquisizione all’ingresso) delle persone, dei loro oggetti personali e dei loro veicoli (v. pp. 28-29). Appunto, un fortino. Altro che integrazione con il tessuto socioeconomico del quartiere.

Un altro tema, quello della mobilità, dà la misura di quanto questi signori continuino a pensare in termini vecchi, senza se e senza ma. Nell’illustrare il tragitto che gli atleti dovranno percorrere dal Maria Adelaide al Palavela, luogo di allenamento e di competizioni, l’Università ricorre ai calcoli del percorso forniti da Google Maps… per le automobili. E come avrebbe potuto essere diversamente? Non esistono mezzi pubblici che colleghino direttamente il Maria Adelaide al Palavela, a meno di non cambiare come minimo due o tre pullman. Viene quindi ipotizzato che gli atleti si spostino, ovviamente, su mezzi privati (che godranno di un parcheggio interno al Maria Adelaide o al Campus Einaudi???) lungo l’asse di corso Moncalieri. Un’immagine semplicemente fuori dal tempo per una città che si vanta di essere sempre più green.

Infine, la ciliegina sulla torta che conferma le bugie: al netto di una spesa mostruosa di 31 milioni e 700mila euro per riconvertire un ospedale (la cui acquisizione costerebbe 8 milioni di euro tratti dalle tasche degli studenti e delle studentesse di UniTo, che da quasi due anni non possono usufruire appieno dei servizi universitari!) in un villaggio olimpico per la bellezza di quindici giorni (5 giorni prima dell’inizio delle Universiadi, durata dell’evento, 2 giorni dopo  la partenza delle squadre) quanto spazio verrebbe dedicato alla sanità pubblica, come sosteneva l’assessore Iaria? Zero metri quadri. Avete letto bene: la relazione (a pagina 46) specifica che su 15000 metri quadri solo 482 sarebbero destinati a un pomposo “policlinico-infermeria”. Se vi sembra tanto considerate che alla mensa/bar il progetto destina più di 1000 metri quadri. E dopo? E dopo niente. Perché a Universiadi finite il Maria Adelaide diventerebbe uno studentato, certo, e manterrebbe quei 482 metri quadri, certo, ma per chi? Non per la cittadinanza, ma per gli studenti e le studentesse, così esclus* da qualsiasi contatto con la città che non sia lo svago patinato dei localini. E sempre a proposito di soldi, perché mai l’Università propone di acquisire il Maria Adelaide per 8 milioni? Se ci fosse l’intenzione di realizzare, a universiade finita, uno studentato pubblico, non sarebbe bastato (come sempre in questi casi) un semplice comodato d’uso gratuito?  

Insomma, per il quartiere niente, per l’Università e i privati che otterranno commesse astronomiche: tutto.

Questa è la verità, contenuta in oltre cento pagine di relazione relativa al Maria Adelaide, ai prati di Parella, all’area del Lingotto che il Politecnico vorrebbe destinare a residenza. Ed è una verità che dimostra ancora una volta come di fronte ai bisogni di salute della popolazione il Comune e la Regione preferiscano il fresco profumo dei soldi.

Torino, 21 luglio 2021

Assemblea permanente Riapriamo il Maria Adelaide

13 giugno 2021

Ordine del giorno riunione lunedì 21 giugno ore 21

Nel corso della riunione di martedì 8 giugno, indicata nell'assemblea del 29 maggio come sede per valutarne gli esiti, si e' preso atto che la richiesta avanzata nel corso dell'assemblea stessa da varie parti, di far diventare il percorso comune sulla revisione del PRG una occasione di confronto e magari unificazione delle vertenze cittadine di carattere anche urbanistico,  e' realizzabile solo con la presenza (e l'impegno costante) delle realtà protagoniste delle vertenze, che però nella riunione dell'8 giugno stessa non è stata riscontrata. 


A fronte della difficoltà nel procedere quindi a uno sviluppo in quella direzione, per decidere quale altro livello di mobilitazione può essere mantenuto da La Torino Che Vogliamo in relazione all'obiettivo originario di contrastare la revisione del PRG  oppure a quello di interagire  a livello cittadino sulle questioni che vedono l'urbanistica come strumento per determinare la vita delle persone e la qualità dell'ambiente in cui vivono, bisogna necessariamente tenere conto delle disponibilità effettive presenti al suo interno.
 
Per questo motivo si è deciso che nel corso della riunione di lunedì 21 giugno prossimo alle ore 21, con chi riterrà di volere ancora dare il proprio contributo, come soggetto collettivo o come persona, si valuterà:

- quali modalità si possono adottare per favorire la partecipazione effettiva delle persone alle attività, provando a superare per quanto possibile vincoli  fisici e tecnologici, di luogo e di orario, in modo da permettere l'interazione personale e collettiva al maggior numero di persone e realtà;

- quali strumenti si possono utilizzare per operare in modo da favorire la piu' ampia diffusione delle conoscenze e del dibattito oggetto dell'attività del percorso

- che tipo di obiettivo si puo' dare quindi LTCV sulla base degli strumenti di partecipazione personale e collettiva e di diffusione che e' possibile mettere in atto materialmente sulla base delle disponibilità personali e collettive

- su quali disponibilità personali e collettive a disposizione da subito si può contare per decidere quale direzione puo' intraprendere quindi LTCV

Sulla base di quanto emergerà nel corso della riunione si proverà quindi a delineare quali sono le condizioni per il proseguimento del percorso di LTCV e a definire, sulla base delle disponibilità personali e collettive che verranno manifestate, i compiti pratici e operativi per la gestione degli strumenti già operativi o eventuali nuovi che si dovessero rendere necessari nel proseguimento delle attività.

Invitiamo quindi tutte e tutti a partecipare e sottoporre proposte e disponibilità collettive o personali

15 maggio 2021

29 maggio, ore 15,30: "La revisione del Piano Regolatore è fallita, ricostruiamo la città pubblica"




assemblea pubblica
sabato 29 maggio 2021, ore 15.30
Cortile CSOA Gabrio
via Millio 42 Torino

nel rispetto delle prescrizioni contro il contagio da Covid
mascherina obbligatoria


E’ un'altra la Torino che vogliamo.
L'hanno delineata le decine di osservazioni critiche presentate alla proposta di revisione del Piano Regolatore attuale da numerose realtà di base, i movimenti di lotta che le hanno ispirate e che si sono irrobustiti in questi mesi, il consenso raccolto tra esperti e semplici cittadini. Le idee e le proposte sono molto coerenti tra loro e già costituiscono una piattaforma alternativa di governo della nostra città, sulla quale misurare anche i programmi della prossima consultazione elettorale. Non più quindi toppe e rammendi, come quelli proposti nella revisione del PRG franata, per mascherare lo sfruttamento spietato dei beni comuni, dal suolo alle risorse naturali agli esseri umani, ma un tessuto urbano nuovo che intreccia il diritto alla salute, alla casa, al lavoro con una struttura fisica della città in armonia con natura e ambiente.
"La Torino che Vogliamo" propone quindi di abbandonare il vecchio schema ispiratore del PRG del 1995 fondato sull’estrazione di valore dal suolo e dagli edifici cittadini, per sostituirlo con un modello alternativo di città pubblica fondato sui reali bisogni di tutte e tutti.

evento Facebook
https://www.facebook.com/events/4061114543973945?ref=newsfeed 

documento preparatorio 
https://latorinochevogliamo.blogspot.com/2021/05/documento-la-frana-del-piano-regolatore.html

documenti allegati
- strutture sanitarie e socio-sanitarie
  https://drive.google.com/file/d/1quBi-HqrFJH1Nm-zFre2brRvVVE7AFeu/view?usp=sharing
- urbanistica e sanità
  https://drive.google.com/file/d/1qyaSCoAGNgiLVwiOe8iF19x69UZSNKZB/view?usp=sharing
- consumo di suolo e aree verdi
  https://drive.google.com/file/d/1VmXaLaNCbCEqCFW71fQnmDom-eBr5NQ1/view?usp=sharing
- linea TAV Torino - Lione
  https://drive.google.com/file/d/1QVtjwU1Z_CqupYihHhYGkYzUuotPuD2O/view?usp=sharing
- emergenza abitativa
  https://drive.google.com/file/d/1c46sMJDTzesjhgJlL2fVsA_Ignnr_rCh/view?usp=sharing
- università e urbanistica, giovani
https://drive.google.com/file/d/1zlAaAYWrtjhCk4yR01yq4EalxqqvT2Dh/view?usp=sharing


10 maggio 2021

Documento: "La frana del piano regolatore"

La frana del piano regolatore
(documento preparatorio dell'iniziativa pubblica di sabato 29 maggio)

La revisione del piano regolatore è stato uno dei punti di forza del programma elettorale di Appendino nella campagna elettorale che l’ha vista vittoriosa nel 2016: allora erano da poco passati vent’anni dalla stesura del PRG tuttora vigente; quale modo migliore dunque per rivendicare uno strappo con le precedenti amministrazioni, se non quello di immaginare e “progettare” una città diversa?

Dopo una prima delibera del 3 aprile 2017 a firma dell’allora vicesindaco ed assessore all’urbanistica Montanari (1), poi licenziato,  nulla succede fino a quando, dopo l’avvio dell’iter istituzionale a luglio 2020, a settembre dello stesso anno, con un trionfale post sulla pagina Facebook del M5S Torino, si annuncia l’avvio dei lavori per la revisione del PRG della Città.

Si parte quindi: viene aperta un’apposita pagina web sul geoportale del comune di Torino (2), perché si cerca la “partecipazione” della cittadinanza, ma in realtà il sito contiene numerosi documenti di carattere tecnico difficilmente accessibili e comprensibili per le conoscenze medie del/della “cittadini”, ed il calendario di una serie d’incontri di presentazione nelle varie circoscrizioni indica spesso orario e giorni lavorativi (3)… non un granché se l’intento era coinvolgere e dialogare con la popolazione della città!

L’impatto è deludente: malgrado nel documento programmatico siano citate come obiettivi la crescita non solo del PIL della città, ma anche del suo livello di vivibilità (il cosiddetto BIL, cioè il “Benessere Interno Lordo”), la salvaguardia dell’ambiente ed una crescita armoniosa, se si scende più nello specifico ci si accorge che la proposta di revisione ha un ben altro obiettivo.

Nelle tavole di azzonamento si scopre che “terreni liberi” vengono trasformati in zone edificabili oppure spariscono le destinazioni d’uso sociale, sanitario, come nel caso dell’ospedale Maria Adelaide, chiuso 5 anni fa (4). Proprio rispetto alla sanità la revisione conferma il via libera definitivo al mega progetto del cosiddetto “Parco della Salute”, nonostante nella stessa maggioranza che appoggia la giunta Appendino ci siano delle voci discordanti (5). Grande spazio viene dedicato al centro città, sostanzialmente per riconfermare le linee guida del piano di 25 anni fa (6), ma non vi è neanche un paragrafo sulle zone periferiche, mentre quando si giunge al capitolo sull’emergenza abitativa viene dichiarata l’intenzione di non investire se non con operazioni miste pubblico-private (7). Quindi nessuna nuova casa popolare, ma piuttosto largo al privato per studentati, RSA e residenze temporanee sociali (co-housing).

Tutto ciò ovviamente inseguendo ancora quella previsione di un forte sviluppo del cosiddetto Terziario Superiore e dello sfruttamento delle aree industriali dismesse (dalle aree FIAT alle enormi aree ferroviarie liberate dall’interramento dei binari) valorizzandone la rendita fondiaria. 

Viabilità e trasporti continuano invece a essere incentrati sulla visione di una città fatta a misura di automobili, in cui l’ipotesi di pedonalizzazione del ponte di piazza Vittorio non punta a ridurre il movimento automobilistico che attraversa il centro città, bensì alla costruzione di un nuovo ponte dal fondo di Corso San Maurizio fino al Parco Michelotti (8)

Di fronte ad un tale scempio di piano, che contribuisce a spingere sull’acceleratore dell’impoverimento della città, e nonostante le difficoltà imposte dalla situazione sanitaria, diversi soggetti (comitati, associazioni, collettivi) sollevano obiezioni al progetto di revisione, ed iniziano a far sentire la propria voce nei vari incontri di presentazione organizzati dal Comune.

Non solo, ma iniziano anche a organizzare incontri pubblici proprio sulla questione del PRG, che daranno alla luce il coordinamento cittadino denominato “La Torino che Vogliamo”; il quale a sua volta darà vita ad un primo momento di piazza il 19 dicembre 2020, giorno in cui i movimenti che lo costituiscono organizzano un’assemblea pubblica proprio sotto il Comune, per ribadire l’elenco delle obiezioni alla proposta.

In questo contesto, anche la questione del TAV torna per l’ennesima volta alla ribalta: l’assessore Iaria e la sua maggioranza M5S l’avevano furbescamente ignorata nella Revisione del PRG, ma essa viene riproposta senza equivoci nella Conferenza di Copianificazione conclusa il 17 dicembre 2020, in cui il parere vincolante della Regione Piemonte ribadisce che il piano deve in ogni caso essere predisposto per accogliere le misure necessarie alla realizzazione della mega opera Torino-Lione (9). Tuttavia, a quella stessa Conferenza partecipano diversi soggetti facenti parte del coordinamento suddetto, perché presentatori di osservazioni (come previsto dall’iter istituzionale) motivate e documentate contro i diversi aspetti non accettabili di quella revisione, tra i quali la stessa realizzazione del TAV.

Da allora: silenzio. Se avessero voluto, in questi tre mesi avrebbero potuto contro dedurre alle osservazioni e presentare la Delibera di Revisione del PRG, ma avrebbero dovuto dire chiaramente Sì al TAV.  Un Sì “indigesto” al M5S. In realtà è l’idea stessa della revisione del PRG del 1995 che ha portato l’Amministrazione al nulla di fatto attuale. Quel PRG è strutturato in funzione dello sfruttamento della rendita fondiaria e dei 10 milioni di mq di suolo reso libero dalle dismissioni industriali. 

Non c’è revisione o aggiustamento che tenga.  Iaria ha tutto l’interesse a scaricare le responsabilità su Montanari, ma non va lontano. Occorre un progetto totalmente nuovo. (10) 

Ora, noi non crediamo sia necessario festeggiare il fallimento del progetto, o pensare che da domani si bloccheranno le speculazioni in città: anzi. È nostra convinzione che Torino ha bisogno di un nuovo piano regolatore, proprio per chiudere il capitolo del PRG datato 1995 e le sue innumerevoli (oltre 500) varianti speculative, indirizzando quindi la città verso uno sviluppo vero e moderno in quanto alternativo all’esistente. La sua revisione ideata dall'assessore Montanari e proseguita dal suo successore Iaria non è nulla di tutto ciò, anzi aggrava invece l'impostazione del vecchio PRG favorendo esclusivamente il solito partito del mattone. Perciò valutiamo in ogni caso positivamente il blocco del procedimento, perché può segnare l’inizio della rivendicazione di un’altra città, la Torino che Vogliamo!


Un modello da abbandonare: il magico evento

Torino ha subito una notevole trasformazione: agli inizi degli anni 80 era ancora notevole il tessuto produttivo presente in una città che aveva ancora tutte le caratteristiche “fordiste”, oggi invece ben poco di quella città rimane.

Abbiamo già citato il piano regolatore del 1995 come un elemento fondante di queste politiche di trasformazione: originariamente esso favorì la rendita fondiaria derivante dall'edificazione di palazzi per abitazioni e uffici in oltre 6.000.000 di mq in aree industriali dismesse, che ammontano in totale a 10.000.000 di mq. Il nuovo millennio portò invece anche a Torino l'epoca dei “grandi eventi” e lo sfruttamento capitalistico del territorio si accelerò: ne sono stati realizzati diversi in questi anni, certamente il più famoso (e dannoso visto che ne paghiamo ancora oggi i danni ambientali ed economici) è stato quello delle Olimpiadi invernali del 2006.

Il “grande evento” ha un suo “palinsesto” e funzionamento ben preciso e avulso da qualsivoglia luogo fisico, in modo da poter essere calato efficacemente in ogni luogo reale. Quando il grande evento arriva, è esso a dominare e decidere investimenti, trasformazioni urbane, cementificazioni e lavoro temporaneo, non il contrario. Abbiamo mai pensato seriamente per un momento che un Chiamparino sindaco di Torino potesse trattare la realizzazione delle Olimpiadi da pari a pari con Rogge, l’allora presidente del CIO?

In questo senso abbiamo definito il grande evento come l’evento magico, per la sua logica pervasiva che porta all’accettazione - come unico e inevitabile – del sistema capitalistico di organizzazione della società. Con la sua sola apparizione oscura stravolge progetti, norme, prassi e leggi preesistenti (anche per le future Olimpiadi Milano Cortina del 2026 è già stata confezionata un’apposita legge). La tentazione di ospitarne uno è sempre forte e l’élites di Torino stanno tentando la scalata alle Universiadi 2026.

֍

Insieme al grande evento, proviamo qui a elencare e sottolineare gli strumenti e le strategie utilizzate sia per smontarne la narrazione sia per costruire appunto opposizione.

Rendita finanziaria: malgrado l’immagine di flessibilità e innovazione di cui si ammanta, il neoliberismo è ancora fortemente legato alla rendita fondiaria urbana, leva potentissima per le più spericolate speculazioni finanziarie. Anche a Torino in questi 40 anni abbiamo visto sorgere grattacieli, complessi commerciali e abitativi che poi restavano vuoti o abbandonati.  

Una grossa mano in questo senso è stata data con la già citata svendita delle proprietà pubbliche, cui hanno fatto ricorso tutte le amministrazioni pubbliche, dai ministeri agli enti locali, per far fronte alla “colpa del debito”. In città inoltre continuano a permanere i famigerati “palazzinari”, veri e propri “latifondisti”, in quanto monopolisti del settore, che mantengono vuote circa 60.000 case, appartamenti e soffitte per tenere artificiosamente alti i prezzi degli affitti e degli acquisti. (11)

Città manager: il pensiero neoliberista utilitaristico e individualistico è stato il mantra della dismissione, imposta dalla fine degli anni 80, delle aziende di servizi pubblici (trasporti, servizi ambientali etc.) ormai gestiti a fini finanziari speculativi. Quel modello oggi si è impossessato anche della progettazione stessa della città, vista come luogo dell’autoaffermazione e della competizione in cui il cittadino pienamente consapevole delle proprie capacità e delle proprie possibilità soddisfa le sue ambizioni. Torino è diventato quindi un luogo privo di qualsiasi spazio per concetti quali comunità, solidarietà e vivibilità, e soprattutto senza connotati di classe.

Valutazione o Valorizzazione?: ogni azione di pianificazione della città e in città deve passare per una valutazione sostanzialmente economica, che elimina o semplicemente prevale su qualsiasi altra riflessione. Così un nuovo spazio verde è giudicato positivamente solo quando aumenta il valore economico dell’area e non quando semplicemente porta una vivibilità migliore per chi abita la zona.

Città brand: le politiche sono volte alla costruzione di un’immagine di città capace di attivare i capitali esteri (soprattutto finanziari – immobiliari). Quando ci si occupa di “immagine” però i fabbisogni “reali” spariscono e vengono accantonati per far apparire il territorio il più accogliente possibile per ogni tipo di investimento speculativo. Il caso di Milano è all’avanguardia in questo senso, ma anche Torino ha puntato sulla costruzione di un’immagine pubblica dinamica ed efficentista che cancella in un colpo tutti i bisogni delle periferie. Ai fini del modello di “città brand”, non si contrappone allo spietato PIL il cosiddetto ‘BIL’ citato prima, bensì il BES (Benessere Equo Sostenibile), un indice istituzionale che indicherebbe il livello di armonia tra umanità e natura (emblema di questo travisamento è il, purtroppo famoso, “Bosco Verticale”).

Flessibilità: in 25 anni di vita l’attuale piano regolatore ha subito più di 500 varianti, ovvero modifiche e revisioni parziali. La maggior parte di queste sono state fatte su precisa richiesta di privati per avallare le loro stesse speculazioni! Il neoliberismo ha puntato il dito contro la burocrazia che blocca lo sviluppo economico: in realtà siamo di fronte alla più grande opera di deregulation della storia recente, volta a demolire la programmazione e la pianificazione, nemiche del libero mercato. La deroga è diventata la norma.

La città securitaria: secondo l’OMS la tutela della sicurezza e dell’incolumità sono una precondizione per uno stato di totale benessere psico-fisico. Questo dettame medico, ripulito dei suoi contenuti socio- sanitari, è stato utilizzato da teorici e politici neoliberisti per espandere in ogni campo ed oltre ogni misura la sorveglianza tramite la tecnologia (le telecamere ovunque sono solo l’aspetto più visibile della vicenda). A pagare il prezzo sono soprattutto le fasce più deboli e disagiate: la retorica del “decoro urbano” a vantaggio della gentrificazione completa il quadro, mentre la vivibilità della città non ne trae alcun beneficio.


La ‘Torino che vogliamo’: riprendiamo la parola!

Il quadro fin qui descritto non pare dare molte prospettive di cambiamento, ed è proprio questo uno dei motivi che ci ha spinto ad opporci al progetto di revisione del PRG proposto dalla giunta Appendino. 

La nostra prima richiesta è quindi quella di avere un vero e nuovo piano regolatore della città, che ne “pianifichi” lo sviluppo mettendo fine alle centinaia di varianti e deroghe, che in questi ultimi 25 anni sono state una delle armi utilizzate per cementificarla.

Siamo convinti che un nuovo piano debba partire dai bisogni reali di Torino: basta città “smart” sempre in vendita e pronte ad ammiccare a ogni investitore edilizio o grande evento, abbiamo bisogno di rispondere alle emergenze sociali della nostra città e dare respiro a uno sviluppo differente, che sappia recuperare anche le proprie vocazioni produttive.

Chi verrà eletto sappia che se vorrà riprendere il lavoro interrotto dalla giunta Appendino troverà le stesse obiezioni formali che già abbiamo presentato, e la stessa volontà di cambiamento nelle piazze della città.

Le lotte oggi in corso per la riapertura dell’ospedale Maria Adelaide e per l’apertura di un parco in quartiere Parella non sono solo delle resistenze alla cementificazione, alla svendita del patrimonio ed alla scomparsa dei servizi pubblici locali, ma mostrano come la città si sia stancata delle riqualificazioni neoliberiste.

Il futuro di queste due aree, infatti, per quanto distanti chilometri, è strettamente collegato perché sono state entrambe proposte dal Comune per costruire edifici destinati all’evento delle Universiadi 2025, ma chi vive quelle zone la pensa molto diversamente!

Ora noi sappiamo perfettamente quali meccanismi farebbe scattare l’evento delle Universiadi: seppur in piccolo rispetto alle Olimpiadi, vedremmo nuovamente l’amministrazione della città inseguire ogni desiderio degli organizzatori. Affinché prevalgano invece le richieste della cittadinanza, è necessario aprire quindi una nuova partita generale sull’ennesimo grande evento.

Pensiamo che la scelta della candidatura di Torino, anche restasse l’unica in campo, debba essere contrastata, ben sapendo di “cantare fuori dal coro”, viste le forze che si sono finora proposte per governare Torino nel prossimo futuro. Infatti, nessuna di loro è capace di rispondere ai bisogni popolari (quali che siano i contesti locali di alleanza o competizione elettorale), com’è del resto evidente nell’attuale quadro politico nazionale; perciò le/i cittadini si autorganizzano e lottano: e questo ci pare proprio un ottimo punto di partenza!


    (1) http://www.comune.torino.it/cittagora/primo-piano/verso-la-variante-generale-al-piano-regolatore-di-torino.html

    (2) http://geoportale.comune.torino.it/web/revisione-del-prg-proposta-tecnica-del-progetto-preliminare-ptpp

    (3) http://geoportale.comune.torino.it/web/sites/default/files/mediafiles/incontri%20PTPP%20variato.pdf

    (4) http://www-portale-coto.territorio.csi.it/web/tavole-di-piano

    (5) http://www-portale-coto.territorio.csi.it/web/relazione-illustrativa-generale-e-scheda-quantitativa-dei-dati-urbani (p. 44)

    (6) http://www-portale-coto.territorio.csi.it/web/relazione-illustrativa-generale-e-scheda-quantitativa-dei-dati-urbani (p.139)

    (7) http://www-portale-coto.territorio.csi.it/web/relazione-illustrativa-generale-e-scheda-quantitativa-dei-dati-urbani  p.154

    (8) http://www-portale-coto.territorio.csi.it/web/relazione-illustrativa-generale-e-scheda-quantitativa-dei-dati-urbani pag. 148 punto 10.

    (9)  http://geoportale.comune.torino.it/web/allegato-11-osservazioni-regione-piemonte-prot-n-3812-del17.12.2020

    (10) Come riconosciuto ufficialmente dallo stesso Iaria intervistato da “La Stampa”: anche se posticipate a ottobre, le prossime elezioni compromettono l’iter della sua approvazione, ancora fermo alla prima fase relativa alla Proposta Tecnica di Progetto Preliminare (mentre, appunto dopo la valutazione delle osservazioni, quest’ultima avrebbe dovuto trasformarsi in  Proposta Preliminare di Revisione la cui approvazione l’avrebbe resa vincolante per la giunta successiva). Non c'è revisione, aggiustamento o scaricabarile che tenga: occorreva ed occorre un progetto totalmente nuovo, la revisione è fallita

    (11) webthesis.biblio.polito.it/11475/1/tesi.pdf: interessante anche perché l’autore è uno dei giovani universitari chiamati dal Comune a collaborare alla Revisione del PRG.

Le pagine corrispondenti ai link sopra riportati potrebbero subire modifiche da parte dei gestori dei rispettivi siti e pertanto non corrispondere piu' al contenuto a cui si riferisce la nota 




allegati al documento 'La frana del piano regolatore'

Fondazione Promozione Sociale ONLUS
strutture sanitarie e socio-sanitarie  
https://drive.google.com/file/d/1quBi-HqrFJH1Nm-zFre2brRvVVE7AFeu/view?usp=sharing

Assemblea Salviamo il Maria Adelaide
urbanistica e sanità
https://drive.google.com/file/d/1qyaSCoAGNgiLVwiOe8iF19x69UZSNKZB/view?usp=sharing

Comitato Salviamo i Prati
consumo di suolo e aree verdi
https://drive.google.com/file/d/1VmXaLaNCbCEqCFW71fQnmDom-eBr5NQ1/view?usp=sharing

Assemblea No Tav Torino e cintura
linea TAV Torino - Lione
https://drive.google.com/file/d/1QVtjwU1Z_CqupYihHhYGkYzUuotPuD2O/view?usp=sharing

G. S. d'Aniello - referente sportello casa
emergenza abitativa

https://drive.google.com/file/d/1c46sMJDTzesjhgJlL2fVsA_Ignnr_rCh/view?usp=sharing

Cambiare Rotta Torino
università e urbanistica, giovani
https://drive.google.com/file/d/1zlAaAYWrtjhCk4yR01yq4EalxqqvT2Dh/view?usp=sharing

07 aprile 2021

Riunione mercoledì 14 aprile ore 21

A gruppi, comitati, associazioni e movimenti che hanno presentato le osservazioni alla Revisione del Piano Regolatore e hanno aderito all'appello iniziale e alle successive iniziative di La Torino che Vogliamo

Abbiamo colpito nel segno: l'assessore Iaria è stato costretto ad ammettere pubblicamente il flop della Revisione del Prg. Nei pochi mesi che mancano alla scadenza del mandato, risparmi agli uffici altro lavoro inutile, lasci perdere: è un'altra la Torino che vogliamo.

L'hanno delineata le decine di  osservazioni critiche presentate a quel Progetto da numerose realtà di base, i movimenti di lotta che le hanno ispirate e che si sono irrobustiti in questi mesi, il consenso raccolto tra esperti e semplici cittadini.

Idee e proposte molto coerenti tra loro, che già costituiscono una piattaforma alternativa di governo della nostra città sulla quale misurare anche i programmi della prossima consultazione elettorale. Sono contenute nel documento che sarà presto disponibile.

Non le solite toppe e rammendi, per mascherare lo sfruttamento spietato dei beni comuni, dal suolo alle risorse naturali agli esseri umani, ma un tessuto nuovo che intreccia il diritto alla salute, alla casa, al lavoro con una struttura fisica della città in armonia con la natura e l'ambiente.

Proviamo a lanciare questa sfida innanzitutto a noi stess*: nella riunione on line di mercoledì 14 aprile alle ore 21. Un'occasione per verificare tutto ciò che ci unisce e per valutare  sia la possibilità di  un'iniziativa pubblica cittadina verso metà maggio di rilancio delle idee, iniziative e lotte,  sia l'avvio di una campagna contro la candidatura di Torino alle Universiadi 2025 e per la Torino che Vogliamo.


31 marzo 2021

E' FALLITA LA REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE DELLA GIUNTA APPENDINO

L'annunciata revisione del Piano Regolatore, contenuta nel programma elettorale del MoVimento 5 Stelle alle scorse elezioni comunali e dal medesimo sbandierata come avviata con un post su Facebook nel settembre 2020, è scomparsa dall'orizzonte.

Sono già passati più di tre mesi da quando nel dicembre scorso si è chiusa la fase delle osservazioni presentate da chiunque avesse interesse in materia. L’assessore Iaria avrebbe dovuto accettarle o rifiutarle, motivatamente, in tutto o in parte e sottoporre al voto del Consiglio Comunale la delibera di Revisione del PRG. Una parte consistente di quelle osservazioni, molto critiche, contrarie e/o alternative, è stata presentata da comitati, associazioni e movimenti che fanno parte del percorso comune “La Torino che vogliamo”.  Era appunto dicembre 2020 e da allora  non se ne è più saputo niente.

Se le elezioni comunali si fossero tenute regolarmente a giugno 2021, il Consiglio Comunale sarebbe stato sciolto a metà maggio e non ci sarebbe più stato tempo per concludere l’iter di approvazione della Revisione del Piano Regolatore della Città: un clamoroso fallimento politico ed amministrativo per l'Amministrazione Appendino e 5 Stelle su un tema di così grande rilevanza. Agli inizi di marzo è però intervenuto il decreto che  rinvia la data delle elezioni al periodo compreso tra il 15 settembre ed il 15 ottobre, concedendo così un po’ di tempo in più per concludere la seconda parte dell'iter di approvazione della revisione.

Consiglio e Commissioni comunali, Circoscrizioni, Conferenza di Copianificazione dovrebbero quindi lavorare a pieno ritmo anche nel mese di agosto per dare una soluzione ai problemi dell'iter, a fronte di un'opposizione come quella messa in atto dalle numerose ed argomentate osservazioni de “La Torino che vogliamo” (https://latorinochevogliamo.blogspot.com/p/osservazioni.html). Gli amministratori e le amministratrici comunali torinesi potrebbero ancora provare a mettere in pratica questa soluzione, ma comunque con un risultato contrapposto alle aspettative proclamate e fornite sia nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle sia, in seguito, dai due Assessori all'Urbanistica che nella medesima gestione di quell'iter si sono avvicendati.

Per loro, meglio dunque il fallimento dell'impresa amministrativa, nel goffo tentativo di sganciarlo, sotto elezioni, da quello politico. Per noi, invece, un danno risparmiato alla città e un monito per i/le prossim* nuov* elett* a non proseguire la stessa politica.

11 marzo 2021

sabato 13 marzo ore 15: "Un prato per tutti, tutti per un prato"

COMUNICATO DEL COMITATO  SALVIAMO I PRATI


  


UN PRATO PER TUTTI, TUTTI PER UN PRATO !
sabato 13 marzo 
ore 15
via Madonna della Salette

Siete tutte/i invitati sabato 13 marzo, all’iniziativa “Un parco per tutti, tutti per un parco”. Dalle 15 alle 17. Organizzato dal Comitato Salviamo i Prati.


Guarda il breve video lancio dell'iniziativa (durata 58 sec)

https://www.youtube.com/watch?v=p7k5XWGIGgQ



Occupiamoci del grande prato di Parella.


Raccoglieremo i rifiutimetteremo a dimora delle piantine e conosceremo le piante e gli alberi esistenti.

Ci confronteremo inoltre sui temi del CONSUMO DI SUOLO, dell’importanza della NATURA IN CITTA', delle trasformazioni urbane legate ai GRANDI EVENTI, della CRISI AMBIENTALE GLOBALE E LOCALE con:

·       FABIO BALOCCO (scrittore, blogger)

·       MAURIZIO BONGIOANNI (giornalista)

·       COMITATO DEL QUARTIERE BERTOLLA, in cui una devastante trasformazione sta eliminando ampie aree prative vergini e distruggendo un paesaggio di rilievo storico e ambientale)

·       EXTINCTION REBELLION TORINO - Movimento internazionale che usa la disobbedienza civile nonviolenta per costringere i governi ad agire contro il collasso climatico e la sesta estinzione di massa.

Saranno garantite tutte le misure di sicurezza: distanziamento, mascherine e ogni altra precauzione necessaria.


Il Comune insiste nel voler cementificare il grande prato di Parella. Vorrebbe destinarlo alla realizzazione di uno studentato per le UNIVERSIADI 2025.

Nonostante la tutela del suolo e delle aree verdi di qualità sia considerata uno degli elementi imprescindibili per far fronte alla crisi ecologica locale e globale.


Antonio Cederna, in un articolo del 1966, scriveva: “Vi sono dei disastri nella storia di un Paese, che non sono dovuti a calamità naturali, ma che possono avere conseguenze più funeste e a più lunga scadenza: è il caso dell’indiscriminata invasione edilizia, al di fuori di qualunque piano di interesse generale”.


Chi amministra la nostra città continua ad imporre una politica piegata agli interessi economici e predatori, che per decenni ha devastato le risorse naturali del nostro territorio.


Dobbiamo riappropriarci dei prati, degli angoli naturali, dei nostri spazi di vita, del patrimonio pubblico.


Evento Facebook:   https://fb.me/e/xuXzATcP


mail:     salviamoiprati@gmail.com



                                                                           


22 febbraio 2021

Incontro: Luna Park Torino, sabato 27 febbraio, ore 16




Luna Park Torino
sabato 27 febbraio dalle ore 16
Manituana, Largo Vitale 113/A
(e a distanza tramite la diretta Facebook)

Sono anni che sentiamo parlare di città come parchi giochi, come Disneyland. Abbiamo sentito parlare di Gentrification, Foodification, Turistificazione, Studentificazione e infine Riqualificazione.

Abbiamo visto imporre questi modelli in città come Bologna, Firenze, Venezia, Roma, Milano, Napoli, Bari e in una miriade di piccoli e medi centri urbani che popolano lo stivale dalle Alpi agli Appennini. E a Torino?

Nella periferia ovest d'Italia, passando dal boom universitario, dai grandi eventi, dalla rimessa a profitto di quartieri narrati come degradati, abbiamo visto sperimentare tutte queste declinazioni.

La parola Riqualificazione è forse l'unica traccia che le unisce, un artificio narrativo, spesso vuoto di significato, ma molto utile ad ammiccare alla classe media e alla rendita immobiliare o peggio ancora ai grandi investitori o ai capitali internazionali.

Vuoto che ritroviamo nel tessuto della città, ormai azzerato dalla mancanza di investimenti pubblici e privati concentrati sulla messa a valore del territorio con l’unico obiettivo della rendita.

Forte è la Studentificazione, ma l'iniziativa privata e istituzionale negli ultimi 15 anni, dalle Olimpiadi del 2006, non è riuscita a prevalere nella città post FIAT, con grandi quartieri post operai e centinaia di migliaia di metri quadri di aree industriali ancora abbandonate e da bonificare.

Dopo il primo lockdown e di nuovo con l'avvicinarsi della primavera vediamo però muoversi tanti piccoli segnali.

Il moltiplicarsi dei centri commerciali e di nuovi supermercati (sempre più profondità nel tessuto urbano), nuove aree cementificate e sottratte al verde (prato dei conigli in corso Brunelleschi), l'arrivo di numerosi studentati privati (The Student Hotel, Ream, Stonehill International) e infine la partenza di grandi progetti di riqualificazione (come Scalo Vanchiglia, il Mercato dei Fiori o l'hub Esselunga alle OGM), mentre l'edilizia popolare rimane ferma e continuiamo ad avere numeri record per quel che riguarda gli sfratti.

Infine il rinnovato protagonismo dell'Università, sempre meno spettatrice e sempre più protagonista (ad esempio sull'ospedale Maria Adelaide e sulla Cavallerizza) nel determinare, indirizzare e giustificare le trasformazioni urbane e il riassetto di interi quartieri.

La stessa Università di Torino che ha deciso di investire sull'edilizia studentesca non in maniera strutturale ma attraverso il grande evento delle Universiadi 2025, che non taglia le tasse e in parallelo si affida al moltiplicarsi di studentati privati e di lusso, inaccessibili alla maggior parte delle persone, che andranno a stravolgere il tessuto sociale della città.

Cosa accadrà? Come potranno evolversi queste spinte speculative? Cosa possiamo fare per opporci?

Ne parliamo con Ilaria Agostini urbanista e attivista del Laboratorio Politico per Unaltracittà Firenze, ricercatrice dell'Università di Bologna e autrice di "Miserie e splendori dell'urbanistica".

La Torino Che Vogliamo propone un secondo incontro di autoformazione pubblica sulle trasformazioni urbane.

Dopo il primo incontro sul PRG ci rivediamo sabato 27 febbraio alle ore 16, in presenza presso Manituana, Largo Vitale 113/A, e a distanza tramite la diretta Facebook.

Ci stiamo organizzando per garantire la partecipazione di chi vorrà collegarsi online.

Porta la mascherina e rispetta il distanziamento. 

14 febbraio 2021

Incontro di formazione: disponibili i materiali a supporto

Dopo il pomeriggio di formazione di sabato 6 febbraio vogliamo innanzitutto ringraziare tutte e tutti coloro che hanno partecipato all'iniziativa e permesso di stimolare una discussione proficua anche per noi. Ci auguriamo di aver fornito un minimo di informazione per orientarsi nella giungla di documenti che accompagnano sempre gli iter amministrativi dei provvedimenti legati all'urbanistica, nonché di aver fatto conoscere le possibilità che anche da singole/i abbiamo per opporci o sollevare obiezioni sui provvedimenti pubblici di questo tipo.

❌ Per completare il quadro della giornata, come ci è stato anche chiesto, pubblichiamo i documenti che sono stati utilizzati durante la formazione: qui di seguito il link che rimanda alla sezione materiali del blog da cui è possibile scaricare le singole schede https://latorinochevogliamo.blogspot.com/p/materiali.html

📌 Stiamo organizzando altri momenti di formazione e dibattito sull'urbanistica, tenetevi aggiornati seguendo le nostre pagine e nel frattempo fate eventuali vostre richieste di chiarimenti o ulteriori informazioni alla mail latorinochevogliamo@gmail.com

02 febbraio 2021

"La lotta contro la burocrazia": Incontro di formazione sul PRG

Cosa accade nelle segrete stanze delle istituzioni?
Come districarsi nel labirinto delle procedure urbanistiche?



Il linguaggio burocratico e la frammentarietà dei siti web del Comune di Torino non favoriscono certo né la comprensione né la partecipazione alle decisioni sul futuro assetto dei quartieri in cui viviamo.

È proprio nel PRG (Piano Regolatore Generale) infatti che vengono decise le linee guida delle trasformazioni che porteranno poi cementificazione, gentrificazione e cancellazione dei servizi pubblici che abbattono la vivibilità delle città.

Vogliamo creare un'occasione per condividere e comprendere come e perché un PUR (Piano Unitario di Riqualificazione) e una VAS (Valutazione Ambientale Strategica), possono cambiare il volto di interi quartieri e quali siamo gli strumenti, anche amministrativi, per opporvisi.

La Torino Che Vogliamo propone quindi un primo incontro di formazione e alfabetizzazione sugli aspetti amministrativi del Piano Regolatore Generale.

L'appuntamento è per questo sabato 6 febbraio dalle ore 16 in presenza presso il CSOA Gabrio, via Millio 42 e a distanza tramite la diretta sulla pagina Facebook.

Ci stiamo inoltre organizzando per garantire anche la partecipazione di chiunque vorrà collegarsi online.

Porta la mascherina e rispetta il distanziamento.


Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/258617418988666

pagina Facebook https://www.facebook.com/LaTorinoCheVogliamo

18 dicembre 2020

manifestazione sabato 19 dicembre: variazione parziale programma

ATTENZIONE! Visto il tono intimidatorio preventivo della Questura di Torino davanti alla sola ipotesi di un brevissimo corteo informativo da Piazza Castello a Piazza Palazzo di Città, precisiamo che ci ritroveremo per un presidio statico alle 15:30 sotto il Comune in Piazza Palazzo di Città.

Alle 14:30 saremo comunque in Piazza Castello per volantinare sotto il Palazzo della Regione perché ha le sue responsabilità sul Piano Regolatore della città soprattutto per le scelte che riguardano sanità ed educazione!

Ancora una volta constatiamo che la crisi sanitaria viene utilizzata per soffocare il dissenso: infatti domani pomeriggio le vie del centro saranno piene di persone che potranno creare assembramenti per lo shopping natalizio, ma non potranno invece protestare nel rispetto delle misure di sicurezza!

La chiamano democrazia mentre la trasformano in una tirannia. Non è questa La Torino che Vogliamo!

17 dicembre 2020

19 dicembre, manifestazione: OGNI CITTÀ PRENDE FORMA DALLA SPECULAZIONE A CUI SI OPPONE



OGNI CITTA' PRENDE FORMA DALLA SPECULAZIONE A CUI SI OPPONE

🔥 Manifestazione sabato 19 dicembre 2020 
per dire basta svendite ai privati,
la Torino che vogliamo è una città pubblica e giusta!

👉 H 14:30 Piazza Castello - volantinaggio
👉 H 15:30 Comune di Torino - presidio con interventi


Quest'estate, dopo 25 anni, ha avviato il suo iter amministrativo la Revisione del Piano Regolatore della città.

📆 La Giunta Appendino vorrebbe varare il Progetto Preliminare entro il mese di dicembre.

La revisione del Piano Regolatore Gnerale non è un semplice atto amministrativo, è ciò che disegnerà il futuro di Torino per i prossimi decenni e in primo luogo andrebbe discusso pubblicamente, coinvolgendo tutta la città.

💰 L'attuale Amministrazione ha invece coinvolto la cittadinanza a giochi fatti, con incontri ai quali risultava difficile, se non impossibile, accedere e preferendo sempre interloquire con le associazioni di categoria che rappresentano interessi privati: Collegio dei Costruttori, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Federalberghi.

Siamo quindi di fronte al tentativo di imporre un modello di sviluppo urbano della città che avverrà, senza alcuna discussione o confronto, senza coinvolgere il tessuto sociale della città, sordi alle critiche e ai bisogni della collettività.

🏗 Questo rappresenta il primo problema di questa Revisione del PRG che, nostro malgrado, conferma un modello di città su cui le élites puntano ormai da 40 anni, portato avanti prima dalle giunte di centro-sinistra (nelle diverse forme assunte fino ad arrivare al PD), e ora dai 5 Stelle

La retorica della città post industriale che doveva reinventarsi turistica e capace di attirare capitali da investire nella ristrutturazione dei siti e delle attività industriali dismesse, appartiene agli anni '80 del secolo scorso, eppure la Revisione del Piano Regolatore, dopo quasi 40 anni di fallimenti, non se ne discosta per nulla.

😡 Il vecchio e il nuovo PRG mantengono ancora una visione esclusivamente impostata sul centro della città come unico luogo in cui investire soldi pubblici e attrarre il turismo, mentre i restanti quartieri, trasformati negli anni in un enorme periferia dormitorio, continuano ad essere abbandonati all’unica prospettiva del cemento e della speculazione edilizia.

Manca completamente un'azione pubblica per recuperare e far rivivere la nostra città dopo decenni d’impoverimento e di abbattimento dei livelli di vivibilità provocati dalla chiusura di servizi pubblici, sanitari, sociali, educativi e culturali.

🚋🏘 Manca una vera iniziativa sulle problematiche sociali e ambientali esplose in questi anni come l'emergenza abitativa e il trasporto pubblico, come mancano anche investimenti per far sopravvivere ed avanzare il tessuto sociale della città.

Vengono invece confermate le possibilità di consumo di suolo, con cui proseguirà la svendita del patrimonio pubblico a favore della cementificazione e di mega progetti speculativi, mentre, in piena crisi sanitaria, rimangono chiusi gli ospedali pubblici né si fa nulla per potenziare la medicina territoriale; anzi Giunta e opposizioni di centrodestra e centrosinistra ripropongono un progetto come il Parco della Salute, che rappresenterebbe un passo ulteriore verso l'ingresso dei privati nella sanità e che va assolutamente bloccato.

🏡🏥 Noi movimenti, comitati e associazioni, ci siamo mossi in questi anni per difendere i servizi e gli spazi pubblici, il verde e la vivibilità, e oggi troviamo poco o nulla di confortante nella revisione del PRG voluta dall'amministrazione Appendino, se non una conferma che questa non è la città che vogliamo!

Ci diamo quindi un primo appuntamento per il 19 dicembre 2020, per dare vita ad una iniziativa pubblica all'aperto in piena sicurezza, un momento in cui si incontreranno i percorsi di lotta e resistenza a questa visione della città e che permetterà anche di presentare le Osservazioni al PRG elaborate dalle varie realtà.

🌳💥🏩Cominciamo a mettere insieme i tasselli di una città diversa, un’altra città, la Torino che vogliamo! 

https://www.facebook.com/events/445279163556513/